Il volto gianico del segno: l'apeiron periechon a cura di P. Colonnello e D. De Leo La questione del segno, nella sua articolazione filosofica, è da sempre un terreno privilegiato per interrogare la natura dell'esperienza e dell'interpretazione. La Call qui presentata si inserisce in questa tradizione, proponendo una riflessione critica e approfondita sul nesso tra segno e senso. Non si tratta solo di un concetto teorico, ma di una dinamica che permea la nostra esperienza quotidiana, linguistica e non-linguistica. Riferendosi ai paradigmi fenomenologici e alla tradizione ermeneutica, la Call sollecita una meditazione sulle implicazioni ontologiche, epistemologiche e etiche della comprensione del segno. In particolare, esplora la funzione costitutiva dell'interpretazione, indagando il modo in cui essa contribuisce alla formazione della coscienza individuale e alla costruzione del mondo condiviso. La tensione tra segno e senso, che implica un continuo processo di emergere e di sottrarsi, è cruciale in un'epoca in cui il linguaggio, tradizionalmente considerato il medium privilegiato per l'incontro con l'altro, sembra attraversato da una frammentazione sistemica e da un processo di smarrimento di radici e di profondità. Oggi, con la diffusione delle tecnologie digitali e l'ipermediazione, il linguaggio e i segni sembrano attraversare una crisi profonda. Questo processo di simulazione e smarrimento del referente non riguarda solo la teoria, ma segna direttamente la nostra esperienza quotidiana, in cui il significato appare sempre più sfumato e ambiguo. In tale contesto, la questione del segno assume una nuova urgenza teoretica: non solo come veicolo di significato, ma come evento in sé, come luogo dell'emergere del senso. Il segno si presenta così come eccedenza, opacità, ambiguità e, insieme, enigma. Essere chiamati a comprendere i segni oggi significa, infatti, confrontarsi con le loro ambivalenze, con la mutevolezza delle forme e con la sfida posta dalle nuove modalità semiotiche prodotte dalle tecnologie digitali e dall'ipermediazione. La Call invita a contribuire a una riflessione in cui il segno – nelle sue molteplici manifestazioni linguistiche, corporee, artistiche, digitali e affettive – venga esplorato nella sua potenzialità di rivelazione e di cripticità. Si pone così l'esigenza di interrogare la crisi del significato e le sue molteplici declinazioni, dai processi di simulazione alla perdita del referente, chiedendosi come la trasformazione digitale e l'avvento delle intelligenze artificiali abbiano influenzato e continuino ad influenzare la nostra comprensione. Aree tematiche suggerite (non esaustive): Ontologia e fenomenologia del segno L'atto del comprendere Il corpo come segno Il significato e la sua crisi Etica e politica dell'interpretazione La tecnosemiotica contemporanea, algoritmi, IA Processi educativi, psicologici, terapeutici e pratiche di comprensione Traduzione e tradizione Segno e immagine Istruzioni per gli autori: Uscita prevista: dicembre 2025 Lunghezza richiesta: max 40 mila battute spazi inclusi Norme redazionali della Rivista |
e-ISSN: 1828-5368