Il concetto di provvidenza nella filosofia ellenistica e la sua ricezione in ambito biblico-cristiano = The Concept of Providence in Hellenistic Philosophy and its reception in the Biblical-Christian context


Abstract


La nozione di provvidenza nasce con la parola greca prόnoia che però in origine significava "premeditazione" (di un reato) o "progettazione" di un manufatto, e non aveva nulla a che vedere con la religione. Fu Platone nel Timeo ad adottare il vocabolo dal linguaggio comune per indicare il principio razionale e benefico che ispirò l'anonimo Dio, da lui definito un dēmiourgόs (anche questa parola voleva dire originariamente un tecnico professionista, per esempio un medico o un architetto) nel suo lavoro di formazione del cosmo. La dottrina della provvidenza divina fu ripresa dal medioplatonismo, e con essa l'esigenza di "giustificare" la divinità per la presenza del male nel mondo, quella che Leibniz chiamerà "teodicea". Anche lo stoicismo sosteneva la provvidenza, ma qui non esiste una "teodicea" perché nella filosofia stoica razionalità e finalità benefica sono intrinseche al processo cosmico e non c'è quindi un artefice esterno da imputare e da assolvere. Gli autori cristiani dei primi secoli riciclarono le argomentazioni dei platonici a sostegno della provvidenza, nonostante che la parola prόnoia non compaia mai nel Nuovo Testamento, né esista alcun equivalente ebraico nella Tanak. Forse c'è qualche problema di compatibilità fra la teoria filosofica della provvidenza e la visione biblico-cristiana di Dio.

DOI Code: 10.1285/i18285368aXXXVIn103p32

Keywords: Provvidenza (divina); teodicea; platonismo; stoicismo; Patristica; Providence (divine); Theodicy (ancient); Platonism; Stoicism; Church Fathers

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