«A penetrare a fondo nel velame degli versi strani»: Saverio de Pace e le sue Chiose sull'Inferno


Abstract


En
Over the nineteenth century, several intellectuals from Terra d'Otranto have been ventured in Dante's exegesis, with particular reference to the Divina Commedia. Among these, it is worth noting Saverio de Pace, writer and critic from Nardò di Lecce, who focused on literary issues, with specific attention to linguistic aspects, and studied Dante's work with passion. As evidence of his commitment as a critic and scholar some interesting publications remain; he sent his Opuscoli letterarii to two of the most famous writers of the nineteenth century, Alessandro Manzoni and Niccolò Tommaseo, with completely different results: no response from the Lombard writer; approval and encouragement to continue by the second.
It
Non pochi furono nel corso del XIX secolo gli intellettuali di Terra d'Otranto che si cimentarono nell'esegesi dantesca, con particolare riferimento alla Divina Commedia. Tra questi, va segnalato Saverio de Pace, scrittore e critico di Nardò di Lecce, che si soffermò su problemi d'ordine letterario, con specifica attenzione agli aspetti linguistici, e studiò con passione l'opera di Dante. A testimonianza del suo impegno di critico e studioso restano alcune interessanti pubblicazioni; egli inviò i suoi Opuscoli letterarii a due dei letterati più noti dell'Ottocento, Alessandro Manzoni e Niccolò Tommaseo, con esiti completamente diversi: nessun riscontro da parte dello scrittore lombardo; approvazione e incoraggiamento a continuare da parte del secondo.

DOI Code: 10.1285/i20380313v31p27

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