Politica e istituzioni negli Affetti di un disperato di Giambattista Vico


Abstract


It
Gli arresti, compiuti a Napoli, tra il 12 ed il 14 agosto 1691 (una vicenda, all'origine del processo agli ateisti), spinsero, probabilmente, il giovane Giambattista Vico a trasferirsi a Vatolla, presso il Marchese Domenico Rocca, facoltoso cliente del fratello Notaio. Rientrato nella capitale, il filosofo pubblicò gli Affetti di un disperato, in cui, con il pretesto della crisi esistenziale, raccontò gli effetti sociali della campagna di intimidazione, scatenata dalla Curia napoletana, mentre, nella Vita di se medesimo, ricordò Vatolla, soltanto come luogo dei suoi studi solitari e della sua giovanile attività di precettore, per occultare la sua vicinanza al mondo degli ateisti e non essere ulteriormente danneggiato da un passato, che avrebbe potuto essere usato contro di lui.<<>>The arrests, made in Naples, between 12 and 14 August 1691 (a story, at the origin of the process to the atheists), probably convinced the young Giambattista Vico to move to Vatolla, to Marquis Domenico Rocca's house, a ric client of his brother who was a Notary. Returning to the capital, the philosopher published the Affects of a desperate, in which under the pretext of the existential crisis, he spoke about the social effects of the intimidation campaign which was unleashed by the Neapolitan Curia; he remembered Vatolla in his own life as a place of his solitary studies and of his young activity as a tutor, to conceal his closeness to the world of atheists and not be further damaged by a past that could have been used against him.

DOI Code: 10.1285/i11211156a31n2p113

Keywords: ateisti; giovane Vico; Vita di se medesimo; Affetti di un disperato; atheists; young Vico; Vita di se medesimo; Affetti di un disperato

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