La doppia incognita di un'equazione ellittica. Alle origini di una non ricezione del «professorissimo» Labriola in Francia
Abstract
It
«Chi ha mai letto Labriola in Francia?», ecco il giudizio amaro del filosofo Louis Althusser, alla fine della sua vita, quando confessava la sua ammirazione nelle sue Memorie d'oltretomba (l'Avenir dure longtemps). Antonio Labriola, considerato uno dei massimi esponenti del marxismo alla fine del XIX secolo dai principali intellettuali francesi, il filosofo Charles Andler, il sociologo Emile Durkheim e lo storico Charles Seignobos, è rimasto nell'ombra del dibattito intellettuale francese per buona parte del XX secolo, che pure – grazie ai nomi di Sartre, Lefebvre, Althusser o Goldmann – fu centrato sulla questione dello sviluppo di un marxismo occidentale nel dopoguerra, rigoroso e aperto allo stesso tempo. Nel migliore dei casi, Labriola rimane all'ombra del geniale Gramsci, il suo doppio lucente, anche lui preda dei malintesi della storia franco-italiana del Novecento, una coppia nella quale Labriola è un precursore raffinato ma incompiuto. Nel peggiore dei casi, lascia il posto al suo doppio maligno, Arturo Labriola, che divenne nella prima parte del secolo molto più popolare di Antonio, progressivamente dimenticato. Questo saggio intende ricostruire le condizioni di impossibilità della ricezione di Antonio Labriola in Francia, lui che fu ammirato per la sua concezione della storia tanto dai comunisti Lenin e Trotsky, quanto dal liberale Croce. Partiremo dalla cosiddetta confutazione di Labriola da parte dei maestri dell'università francese, le loro strategie intellettuali, le debolezze delle correnti dominanti del socialismo francese rispetto al marxismo. Poi, analizzeremo come Arturo Labriola ha rappresentato un profilo dal 1910 agli anni '40 molto più assimilabile nel contesto francese, tanto per le sue radici filosofiche quanto per il suo percorso politico. In una terza fase, vedremo che la riscoperta di Labriola fu, per questo motivo, difficilissima, piena di confusioni e malintesi, a tratti comici; che l'interesse sviluppato da alcuni intellettuali di filiazione marxista come Louis Althusser, Robert Paris, Guy Debord o Lucien Goldmann fu ben troppo effimero, dilettantistico e segnato da una certa diffidenza ereditata in certi ambiti accademici e politici dall'inizio del secolo; che nonostante la moda gramsciana, brevemente rinnovata negli anni '70, e l'organizzazione di una conferenza negli anni '80 su Labriola, la figura di Antonio continua a rimanere pressoché sconosciuta nel mondo intellettuale francese. Raramente citato nei manuali o nelle lezioni universitari, è piuttosto sminuito anche nelle tradizioni del cosiddetto Marxismo occidentale.<<>>«Who has ever read Labriola in France?», the bitter judgement of Louis Althusser who, in his Memoires from beyond the Grave, confessed the sublime ignorance surrounding il Professorissimo. Antonio Labriola has been praised at the end of 19th century as a major proponent of Marxism by the leading French intellectuals, the philosopher Charles Andler, the sociologist Charles Durkheim or the historian Charles Seignobos. However, he remained overshadowed in the French intellectual debate during most of the 20th century. In this long-time quest for a Western Marxism after World War II, with intellectuals like Sartre, Althusser, Goldmann, Lefebvre, looking for an open and scientific Marxism, he was off the stage. At best, Labriola remains in the shadow of the great Gramsci, his shining double, captured too in all the misunderstandings of the Franco-Italian intellectual and political history of the last century. At worst, he steps aside and let his dark double, Arturo Labriola, take his place. Arturo became in the first half-century a popular figure, eclipsing Antonio, gradually forgotten. That essay aims at re-establishing what have been the conditions of impossibility of the reception of Antonio Labriola in France. The first part focuses on the so-called refutation of Labriola by the main academic figures of the late 19th century, with all their intellectual strategies, but also on the weaknesses of the dominant currents of French socialism during the same period. Then, I will analyze as Arturo Labriola has represented a more acceptable type of socialist, due to his intellectual background as well as for his political evolution. In a third time, I will show how the recovery of Antonio Labriola's legacy have been hindered by this oblivion, leading to a lot of misunderstandings, confusions. The interest of leading Marxist intellectuals like Louis Althusser, Robert Paris, Guy Debord, Georges Labica or Lucien Goldmann have not lead to any lasting tradition. Despite a short-lived renowned interest in the wake of fashion for Gramsci in the 1970's, then the organization of one conference in the 1980's on Labriola, Antonio remained until today a largely unknown figure in the French intellectual world, rarely mentioned in academic handbooks or lessons and quite downplayed in the reconstruction of the various traditions of what has been called since Merleau-Ponty Western Marxism.
«Chi ha mai letto Labriola in Francia?», ecco il giudizio amaro del filosofo Louis Althusser, alla fine della sua vita, quando confessava la sua ammirazione nelle sue Memorie d'oltretomba (l'Avenir dure longtemps). Antonio Labriola, considerato uno dei massimi esponenti del marxismo alla fine del XIX secolo dai principali intellettuali francesi, il filosofo Charles Andler, il sociologo Emile Durkheim e lo storico Charles Seignobos, è rimasto nell'ombra del dibattito intellettuale francese per buona parte del XX secolo, che pure – grazie ai nomi di Sartre, Lefebvre, Althusser o Goldmann – fu centrato sulla questione dello sviluppo di un marxismo occidentale nel dopoguerra, rigoroso e aperto allo stesso tempo. Nel migliore dei casi, Labriola rimane all'ombra del geniale Gramsci, il suo doppio lucente, anche lui preda dei malintesi della storia franco-italiana del Novecento, una coppia nella quale Labriola è un precursore raffinato ma incompiuto. Nel peggiore dei casi, lascia il posto al suo doppio maligno, Arturo Labriola, che divenne nella prima parte del secolo molto più popolare di Antonio, progressivamente dimenticato. Questo saggio intende ricostruire le condizioni di impossibilità della ricezione di Antonio Labriola in Francia, lui che fu ammirato per la sua concezione della storia tanto dai comunisti Lenin e Trotsky, quanto dal liberale Croce. Partiremo dalla cosiddetta confutazione di Labriola da parte dei maestri dell'università francese, le loro strategie intellettuali, le debolezze delle correnti dominanti del socialismo francese rispetto al marxismo. Poi, analizzeremo come Arturo Labriola ha rappresentato un profilo dal 1910 agli anni '40 molto più assimilabile nel contesto francese, tanto per le sue radici filosofiche quanto per il suo percorso politico. In una terza fase, vedremo che la riscoperta di Labriola fu, per questo motivo, difficilissima, piena di confusioni e malintesi, a tratti comici; che l'interesse sviluppato da alcuni intellettuali di filiazione marxista come Louis Althusser, Robert Paris, Guy Debord o Lucien Goldmann fu ben troppo effimero, dilettantistico e segnato da una certa diffidenza ereditata in certi ambiti accademici e politici dall'inizio del secolo; che nonostante la moda gramsciana, brevemente rinnovata negli anni '70, e l'organizzazione di una conferenza negli anni '80 su Labriola, la figura di Antonio continua a rimanere pressoché sconosciuta nel mondo intellettuale francese. Raramente citato nei manuali o nelle lezioni universitari, è piuttosto sminuito anche nelle tradizioni del cosiddetto Marxismo occidentale.<<
DOI Code:
10.1285/i11211156a31n2p55
Keywords:
marxismo occidentale; storia degli intellettuali; storicismo e strutturalismo; nascita della sociologia; Western Marxism; history of intellectuals; historicalism and structuralism; birth of sociology
Full Text: PDF
Refbacks
- There are currently no refbacks.