L’eterno abietto: le classi popolari napoletane nelle rappresentazioni del Partito Comunista Italiano
Abstract
IT
Questo studio esamina il rapporto complesso, anche se poco approfondito dalla storiografia, tra il PCI/PDS e le cosiddette ‘classi popolari’ a Napoli dall’immediato dopoguerra fino al 1998. Nonostante dal 1958 in avanti il partito abbia costantemente raccolto più voti a Napoli che a Milano o a Roma, le classi popolari hanno sempre rappresentato un dilemma per la sinistra istituzionale napoletana e il suo modo di pensare la città. Da un lato, la mobilitazione della città ‘plebea’ è stata un obiettivo cruciale per la politica comunista, dall’altro, le forme di vita ‘pre-politiche’ delle classi subalterne sono state considerate un ostacolo a tale progetto. Attraverso un’analisi degli scritti dei dirigenti locali e della stampa quotidiana comunista, il contributo mostra come il rapporto tra la sinistra e le classi popolari si sia riconfigurato nel corso del tempo: dall’obiettivo di costruire una coscienza di classe nel ‘sottoproletariato’, all’intento, negli anni Novanta, di infondere nel popolo napoletano una ‘coscienza civica’.
EN
This article examines the complex albeit rarely studied relationship between the PCI/PDS and the so-called ‘popular classes’ in Naples from the end of the Second World War to 1998. Despite the fact that the party after 1958 consistently received more votes in Naples than in Milan or Rome, the popular classes would always represent a dilemma for the Neapolitan institutional Left and its way of thinking about the city. On the one hand, the mobilization of the ‘lumpen’ city was considered a crucial goal for a communist politics, on the other, the ‘pre-political’ forms of life of the city’s subaltern classes were seen to pose an obstacle to such a project. Through an analysis of the writings of local party leaders and the communist daily press, the article illustrates how the relationship between the Left and the popular classes was reconfigured over time: from the aim of building class consciousness among the ‘lumpenproletariat’ to the goal, during the 1990s, of inculcating ‘civic consciousness’ among the Neapolitan people.
Questo studio esamina il rapporto complesso, anche se poco approfondito dalla storiografia, tra il PCI/PDS e le cosiddette ‘classi popolari’ a Napoli dall’immediato dopoguerra fino al 1998. Nonostante dal 1958 in avanti il partito abbia costantemente raccolto più voti a Napoli che a Milano o a Roma, le classi popolari hanno sempre rappresentato un dilemma per la sinistra istituzionale napoletana e il suo modo di pensare la città. Da un lato, la mobilitazione della città ‘plebea’ è stata un obiettivo cruciale per la politica comunista, dall’altro, le forme di vita ‘pre-politiche’ delle classi subalterne sono state considerate un ostacolo a tale progetto. Attraverso un’analisi degli scritti dei dirigenti locali e della stampa quotidiana comunista, il contributo mostra come il rapporto tra la sinistra e le classi popolari si sia riconfigurato nel corso del tempo: dall’obiettivo di costruire una coscienza di classe nel ‘sottoproletariato’, all’intento, negli anni Novanta, di infondere nel popolo napoletano una ‘coscienza civica’.
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This article examines the complex albeit rarely studied relationship between the PCI/PDS and the so-called ‘popular classes’ in Naples from the end of the Second World War to 1998. Despite the fact that the party after 1958 consistently received more votes in Naples than in Milan or Rome, the popular classes would always represent a dilemma for the Neapolitan institutional Left and its way of thinking about the city. On the one hand, the mobilization of the ‘lumpen’ city was considered a crucial goal for a communist politics, on the other, the ‘pre-political’ forms of life of the city’s subaltern classes were seen to pose an obstacle to such a project. Through an analysis of the writings of local party leaders and the communist daily press, the article illustrates how the relationship between the Left and the popular classes was reconfigured over time: from the aim of building class consciousness among the ‘lumpenproletariat’ to the goal, during the 1990s, of inculcating ‘civic consciousness’ among the Neapolitan people.
DOI Code:
10.1285/i11211156a28n2p77
Keywords:
Partito comunista italiano; Partito democratico della sinistra; Napoli; classi popolari; sottoproletariato; Italian Communist Party; Democratic Party of the Left; Naples; popular classes; lumpenproletariat
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