La buona fede "climatica" dopo la COP28


Abstract


It
L'articolo discute il concetto di buona fede "climatica", desumibile dall'UNFCCC e dall'Accordo di Parigi, alla luce dei canoni ermeneutici della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 1969. In primo luogo, sono identificati i caratteri differenziali di questo particolare tipo di buona fede. Essi ruotano intorno al concetto di «pericolosa interferenza antropogenica sul sistema climatico», indicato dall'art. 2 UNFCCC. Quindi è sottolineata l'importanza della considerazione del "Carbon Budget" residuo, ai fini della qualificazione della condotta statale rispetto al principio del neminem laedere. Infine, sono analizzati i contenuti della decisione finale della COP28, ulteriormente significativi nella contestualizzazione della buona fede.
En
The paper discusses the concept of "climate" good faith, inferable from the UNFCCC and the Paris Agreement, in the light of the hermeneutical canons of the 1969 Vienna Convention on the Law of Treaties. Firstly, the differential characteristics of this particular type of good faith are identified. They revolve around the concept of «dangerous anthropogenic interference with the climate system», referred to in Article 2 UNFCCC. Thus, the importance of the consideration of the residual "Carbon Budget" for the purposes of qualifying state conduct and respecting the principle of neminem laedere is emphasised. Finally, the contents of the COP28 final decision are analysed, which are further significant in contextualisation of good faith.

DOI Code: 10.1285/i22808949a12n2p127

Keywords: buona fede; Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati; diritto climatico; neminem laedere; bilancio di carbonio; good faith; Vienna Convention on the Law of Treaties; climate law; neminem laedere; Carbon Budget

Full Text: PDF

Refbacks

  • There are currently no refbacks.
کاغذ a4

Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia License.