Giustizia riparativa e contenimento delle Emozioni: il caso della Commissione Sudafricana per la Verità e la Riconciliazione (TRC)


Abstract


I paesi reduci da lunghi periodi di repressione e violazioni dei diritti umani si ritrovano a dover attuare, nella loro transizione verso la democrazia, delle scelte importanti relative a come fare i conti con il proprio passato, dovendo considerare, da una parte, gli abusi commessi dalla classe dirigente uscente (gli oppressori), dall'altra, i danni subiti dal popolo (gli oppressi). Il focus del lavoro presentato è quello di esplorare il ruolo pacificatore che hanno avuto le Commissioni di Verità e Riconciliazione (una nello specifico) e gli strumenti adottati nell'immediato per assorbire gli chocs di passati traumatici. Il contributo si apre al nesso esistente tra memoria e giustizia, campo molto vasto in letteratura, circoscrivendolo allo studio del caso riguardante la Commissione Sudafricana per la Verità e la Riconciliazione (TRC), soffermandomi in particolare su come il modello di giustizia di transizione di tipo riparativo abbia inteso contenere, mutandole, le emozioni di chi ha commesso crimini contro l'umanità e di chi li ha subiti, attraverso la funzione riparatoria e salvifica della narrazione. Come può una società colpita da un evento traumatizzante fare i conti con il proprio passato? Qual è, in tal caso, la strada migliore da percorrere per fare giustizia? Come può uno Stato contenere le emozioni negative - di oppressi e oppressori- quali odio, rabbia, risentimento e colpa e trasformarle in accettazione, coesione, perdono e confessione con l'intento di creare non solo verità giuridica e storica, ma memoria e identità collettiva? Il quadro teorico di riferimento fa capo agli studi di letteratura giuridica di Andrea Lollini e Étienne Jaudel in merito al significato di Transitional Justice, e ancora, alla teoria sociale del trauma culturale di Jeffrey Alexander, alla definizione di coscienza collettiva e alla teoria dell'effervescenza sociale di Durkheim, alle indagini sociali sulla memoria individuale e collettiva a partire da Maurice Halbwachs e, spaziando attraverso ulteriori approfondimenti legati ai racconti, alla memoria pubblica e alla costruzione del processo identitario. L'approccio metodologico utilizzato è impostato sulla raccolta di fonti scritte e visuali: testimonianze ufficiali, video, immagini d'archivio, letteratura. I risultati che ne sono seguiti aprono inevitabilmente a ulteriori domande e ipotesi sull'efficacia a lungo termine del lavoro della Commissione Sudafricana: se essa sia riuscita a mantenere risultati ottimali quali la fine delle discriminazioni e diseguaglianze razziali all'interno della società e la stabilità politica ed economica del paese, o, ancora, se e come le generazioni successive abbiano metabolizzato al trauma culturale legato all'apartheid e ad esso abbiano reagito. Non di meno, le fonti scelte e la letteratura esistente danno modo di avvalorare come la TRC, attraverso la parola, l'invito alla memoria e la cura del testimone, abbia evitato di alimentare ulteriore violenza, oltre che l'immediato choc economico e sociale, nel Paese.

DOI Code: 10.1285/i9788883051593p39

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