Vendicare gli abusi. Dissenso e strategie di resistenza delle donne ridotte in schiavitù nell'area del Caribe (secc. XVIII-XIX)
Abstract
It
Tra il XVIII e il XIX secolo, molte delle colonie europee nei Caraibi si trasformarono in vere e proprie polveriere. Cospirazioni, rivolte e ribellioni organizzate dagli schiavi erano eventi quasi quotidiani. Anche le donne schiavizzate vi partecipavano. In generale, in termini di resistenza alle pratiche schiaviste, le donne adottarono le stesse strategie degli uomini: fuggirono dalle piantagioni, si unirono alle bande armate di schiavi fuggitivi e si ribellarono, cercando di mettere a ferro e fuoco le piantagioni dei loro schiavisti. Non tutte le donne, però, avevano la forza di prendere parte a tutto questo. Molte adottarono strategie di resistenza meno evidenti, ma non per questo meno efficaci. Molte di loro resistevano in silenzio, ma lavando via la vergogna degli abusi che subivano quotidianamente dai loro padroni. Quando venivano violentate, ad esempio, abortivano se rimanevano incinte. Se i padroni le umiliavano eccessivamente, cospargevano di veleno i piatti che servivano nelle case dei padroni. Se venivano insultate, si rifiutavano di lavorare, subendo talvolta punizioni atroci. Questo articolo si propone di analizzare le suddette strategie di resistenza alla schiavitù.
En
Between the 18th and 19th centuries many of the European colonies in the Caribbean turned them into veritable powder kegs. Conspiracies, revolts and rebellions organized by slaves were almost everyday occurrences. Enslaved women also took part in these. Generally speaking, in terms of resistance to slave practices, women adopted the same strategies as men: they fled the plantations, joined the armed bands of marons, and revolted, trying to put their slaveholders' plantations to the sword. Not all women, however, had the strength to take part in these plots. Many adopted less apparent but not less effective strategies of resistance. Many of them resisted in silence, but washing away the shame of the abuse they suffered daily from their masters. When they were raped, for example, they performed abortions if they became pregnant. If their masters humiliated them excessively, they sprinkled poison on the dishes they served in the master's houses. If they were insulted they refused to work, sometimes suffering atrocious punishments. This paper aims to analyze the above strategies of resistance to slavery.
Tra il XVIII e il XIX secolo, molte delle colonie europee nei Caraibi si trasformarono in vere e proprie polveriere. Cospirazioni, rivolte e ribellioni organizzate dagli schiavi erano eventi quasi quotidiani. Anche le donne schiavizzate vi partecipavano. In generale, in termini di resistenza alle pratiche schiaviste, le donne adottarono le stesse strategie degli uomini: fuggirono dalle piantagioni, si unirono alle bande armate di schiavi fuggitivi e si ribellarono, cercando di mettere a ferro e fuoco le piantagioni dei loro schiavisti. Non tutte le donne, però, avevano la forza di prendere parte a tutto questo. Molte adottarono strategie di resistenza meno evidenti, ma non per questo meno efficaci. Molte di loro resistevano in silenzio, ma lavando via la vergogna degli abusi che subivano quotidianamente dai loro padroni. Quando venivano violentate, ad esempio, abortivano se rimanevano incinte. Se i padroni le umiliavano eccessivamente, cospargevano di veleno i piatti che servivano nelle case dei padroni. Se venivano insultate, si rifiutavano di lavorare, subendo talvolta punizioni atroci. Questo articolo si propone di analizzare le suddette strategie di resistenza alla schiavitù.
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Between the 18th and 19th centuries many of the European colonies in the Caribbean turned them into veritable powder kegs. Conspiracies, revolts and rebellions organized by slaves were almost everyday occurrences. Enslaved women also took part in these. Generally speaking, in terms of resistance to slave practices, women adopted the same strategies as men: they fled the plantations, joined the armed bands of marons, and revolted, trying to put their slaveholders' plantations to the sword. Not all women, however, had the strength to take part in these plots. Many adopted less apparent but not less effective strategies of resistance. Many of them resisted in silence, but washing away the shame of the abuse they suffered daily from their masters. When they were raped, for example, they performed abortions if they became pregnant. If their masters humiliated them excessively, they sprinkled poison on the dishes they served in the master's houses. If they were insulted they refused to work, sometimes suffering atrocious punishments. This paper aims to analyze the above strategies of resistance to slavery.
DOI Code:
10.1285/i9788883051944p75
Keywords:
Slaves; resistance; Caribbean; marronage; abortion
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